Il mondo degli incubatori e acceleratori d’impresa sta assumendo rilevanza sempre maggiore nell’ecosistema imprenditoriale italiano: lo dimostra il fatto che si stanno progressivamente affermando programmi di Corporate Incubation basati sull’attività di scouting e sviluppo di idee/startup esterne; inoltre, gli atenei stessi hanno cominciato a istituire attività di incubazione e accelerazione, a riprova dell’importanza assunta dalle nuove modalità d’impresa.

 

A fronte di questo fenomeno in rapida crescita, il Social Innovation Monitor (SIM) ha presentato e reso disponibile il nuovo Report Pubblico 2021 sugli incubatori/acceleratori italiani, la cui presenza in Italia si sta via via consolidando: lo dimostra il +7% rispetto all’anno scorso nel numero di incubatori individuati (passati da 212 a 229 unità).

Il documento targato SIM, redatto annualmente dal team di ricercatori e professori del Politecnico di Torino in collaborazione con altri Institutional & Research Partner, offre un dettagliato panorama degli incubatori e degli acceleratori a livello nazionale, con un’analisi aggiornata e dettagliata delle loro attività e delle startup incubate. Nella fattispecie, cerca di offrire risposte a questioni relative al ruolo degli incubatori in Italia, agli ambiti operativi della maggior parte delle startup incubate e/o accelerate, nonché ai possibili scenari futuri in questo campo. Lo studio, operato su un campione del 37% sul totale degli incubatori attivi individuati (85 unità su una popolazione di 229 incubatori), intende, inoltre, riporre l’attenzione sulle differenze emerse fra le varie tipologie di incubatori e acceleratori, al fine di individuare i tassi di efficacia nelle attività a sostegno delle imprese.

 

Entrando nel dettaglio, nei 229 incubatori identificati, vi sono 38 incubatori certificati dal MiSE, 29 incubatori universitari e 17 incubatori corporate. Dal Report, il 2016 risulta essere l’anno più prolifico per la costituzione degli incubatori, e più della metà sono stati costituiti a partire dal 2013.

Quanto alla diffusione geografica degli incubatori, circa il 57% del totale si concentra nel Nord Italia, con una netta prevalenza della Lombardia (25% del totale), seguita da Emilia-Romagna (13%) e Lazio (8%). L’area meridionale e quella insulare rappresentano le zone in cui vi è il minor numero di incubatori.

Per quanto riguarda la natura giuridica, la maggior parte delle attività è di natura privata (65%), mentre soltanto il 14% risulta gestito esclusivamente da amministrazioni o enti pubblici.

Oltre che per la natura giuridica, utilizzando una classificazione internazionale, il Report distingue:

  • Business incubator: incubatori/acceleratori con il 0% di organizzazioni incubate a significativo impatto sociale rispetto al totale.
  • Mixed incubator: da una al 50% di organizzazioni incubate a significativo impatto sociale rispetto al totale.
  • Social Incubator: più del 50% di organizzazioni incubate a significativo impatto sociale rispetto al totale.

La ricerca ha messo in luce che il 50% del campione individuato appartiene alla categoria dei Business incubator, mentre la restante metà degli incubatori e degli acceleratori italiani supporta organizzazioni a significativo impatto sociale, confermando i dati pressoché identici emersi nel 2020. I settori più rappresentati per le organizzazioni incubate a significativo impatto sociale sono, nell’ordine, quelli relativi alla protezione dell’ambiente e degli animali (inclusi agricoltura e allevamento), della salute e benessere (incluso sport) e, infine, della cultura, arti e artigianato. I settori meno rappresentati sono quelli della pace e giustizia, e di servizi a imprese sociali e organizzazioni no-profit, che hanno tra l’altro conosciuto – rispetto allo scorso anno – una diminuzione significativa nel numero delle organizzazioni incubate operanti in questo settore.

In termini di fatturato, le stime indicano come gli incubatori italiani nel 2020 rappresentino un mercato di circa 348 M€. La stima del fatturato del 2020 è leggermente minore rispetto alla stima di 373 M€ dell’anno precedente (2019) a causa di una diminuzione del fatturato medio della popolazione individuata, nonostante un aumento degli incubatori identificati (da 212 a 229). La media dei fatturati della popolazione complessiva degli incubatori italiani si aggira su 1,52 M€, con una leggera flessione rispetto allo scorso anno (1,76 M€ di fatturato medio per incubatore).

Per quanto riguarda il numero di richieste di incubazione ricevute, è risultato che la maggior parte degli incubatori (il 57% del campione, quindi 47 incubatori) ha ricevuto al massimo 50 richieste di incubazione. Rispetto all’anno scorso, vi è un significativo aumento della mediana di richieste di incubazione ricevute. Probabilmente questo aumento (da 30,0 a 38,0) è dovuto anche a una crescita del numero di team imprenditoriali e organizzazioni in Italia. Con riferimento ai servizi da erogare, tali team imprenditoriali risulta abbiano una preferenza nell’offrire: supporto allo sviluppo di relazioni (networking con centri di ricerca, università, enti statali, aziende e altre imprese incubate); accompagnamento manageriale (cui è stata data maggior rilevanza rispetto agli anni scorsi da parte degli incubatori appartenenti a tutte e tre le nature giuridiche sopra riportate); supporto nella ricerca di finanziamenti.

All’interno della ricerca vi è anche un prospetto grafico sul sistema delle entrate/uscite: tra le voci di costo maggiori per gli incubatori ci sono quelle relative alla gestione della struttura e servizi generici (28%) e ai servizi di accompagnamento imprenditoriale e tecnici, come ad esempio assistenza legale, amministrativa o contabile (31%). Di contro, i ricavi dipendono in larga misura dai servizi erogati ai team imprenditoriali e alle organizzazioni supportate (28%), nonché da sussidi e bandi nazionali e internazionali (18%). Solo il 3% dei ricavi proviene da donazioni.

 

Informazioni più dettagliate e tutti i report – relativi anche agli incubatori/acceleratori di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna – sono disponibili al sito https://socialinnovationmonitor.com/italy-incubators/.